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Aggressioni con acido, duro confronto tra Martina e Alex: “Mi hai costretta tu”

Martina Levato e Alexander Boettcher, condannati per le aggressioni con acido avvenute a Milano nel 2014, si sono visti lunedì nell’aula colloqui del carcere San Vittore per incontrare i periti del tribunale dei Minori che dovranno decidere sull’affido del loro figlio. Nell’incontro la ragazza ha rinfacciato ad Alex le sue colpe: “Mi hai costretta a fare tutto quello che ho fatto”.
A cura di Francesco Loiacono
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Un duro confronto faccia a faccia tra Martina Levato e Alexander Boettcher ha avuto luogo lunedì nell'aula colloqui del carcere di San Vittore, dove entrambi sono detenuti per le aggressioni con acido avvenute a Milano nel 2014. Martina e Alex sono entrambi stati condannati in primo grado: 30 anni lei e 37 lui, somma di due diversi processi. Giovedì comincerà il procedimento d'appello con rito abbreviato per l'aggressione a Pietro Barbini, per la quale i due ex amanti sono stati condannati a 14 anni ciascuno. Un'altra inchiesta della procura, a carico di ignoti, è stata invece aperta per le minacce ricevute da una testimone del processo a Boettcher.

L'incontro per decidere il futuro del figlio della coppia

L'incontro di lunedì aveva una posta in gioco diversa dal destino dei due ex amanti, per certi versi forse più importante: riguarda infatti il futuro del bambino che Martina e Alex hanno avuto insieme, nato lo scorso agosto mentre i due erano già in carcere. Achille, questo il suo nome, adesso ha otto mesi e si trova in una casa famiglia alle porte di Milano, in attesa che i giudici del tribunale dei Minori decidano il suo futuro. Proprio di fronte ai periti del tribunale si è svolto il serrato faccia a faccia tra Martina e Alex, con la ex studentessa bocconiana che ha rinfacciato all'ex compagno di averla costretta a fare tutto quello che ho fatto: "Mi hai manipolato e controllato, hai imposto quello che non volevo. Curati, ammetti le tue responsabilità, io andrò in comunità con il mio bambino", ha detto la ragazza secondo quanto riportato dal Corriere della sera.

Sta ai giudici adesso capire quanto sia sincero questo nuovo atteggiamento della ragazza nei confronti del broker. Martina fino a poco tempo fa lo venerava chiamandolo "Dio" o "papà", era disposta a subire ogni sorta di angheria (frasi pesantissime, incisioni sulla pelle con bisturi, veri atti di sottomissione, come documentato da video e sms prodotti al processo dalle parti civili). Da qualche tempo, però, la ragazza ha drasticamente cambiato atteggiamento verso il padre di suo figlio: poco prima della sentenza con cui Alex è stato condannato a 23 anni Martina aveva addirittura cercato di presentare un memoriale nel quale addossava la responsabilità degli agguati all'ex compagno. La testimonianza non è però stata presa in considerazione dai giudici.

Prima dell'estate arriverà la decisione dei giudici

Qualcuno vede in questa nuova fase di Martina un tentativo di convincere i giudici minorili ad affidarle il figlio. Martina da tempo ripete di essere cambiata e di voler avere la possibilità di essere madre. Adesso l'iter per decidere il futuro di Achille prevede la consegna della relazione dei periti entro la fine di maggio e la sentenza di primo grado a ridosso dell'estate. Non sarà esecutiva, perché si prevedono ricorsi: significa che il figlio della ex "coppia dell'acido", per fortuna ignaro del clamore mediatico sollevato dalla vicenda, trascorrerà ancora qualche mese nella casa famiglia, incontrando la mamma Martina una volta a settimana.

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