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Aggredirono tifosi veronesi in autogrill: obbligo di residenza per 12 ultras bresciani (VIDEO)

I dodici ultras del gruppo “Curva Nord Brescia” saranno obbligati a non allontanarsi dal comune di residenza. Lo scorso 27 settembre avevano aggredito un gruppo di tifosi veronesi nell’area di servizio Chianti Ovest sull’autostrada A1. Molti degli indagati erano già sottoposti a Daspo.
A cura di Francesco Loiacono
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La Polizia di Stato ha eseguito giovedì dodici ordinanze di misura cautelare a carico di altrettanti tifosi del Brescia, appartenenti al gruppo "Curva Nord". Le ordinanze sono state emesse dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Firenze Paola Belsito, su richiesta del pubblico ministero Eligio Paolini. Gli indagati sono ritenuti responsabili dell'aggressione avvenuta lo scorso 27 settembre nell'area di Servizio "Chianti Ovest" sull'A1, dove numerosi ultras della squadra di calcio del Brescia, diretti su un pullman presso il capoluogo umbro per assistere all'incontro Perugia – Brescia, aggredirono i tifosi del Verona che erano invece diretti verso la capitale per l'incontro Roma-Verona.

Gli scontri dello scorso 27 settembre

I 12 indagati sono accusati in concorso dei reati di violenza, minaccia e resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali, violenza privata, danneggiamento e detenzione di armi od oggetti atti ad offendere. Le misure cautelari adottate obbligano i 12 supporters bresciani a non allontanarsi dal comune di residenza. Nell'ordinanza il gip sottolinea la pericolosità dei soggetti, che già nell'area di servizio di Cantagallo avevano cercato di scontrarsi con alcuni tifosi veronesi. Molti dei 12 ultrà risultano inoltre avere precedenti specifici per reati commessi in occasione di incontri di calcio ed erano già stati colpiti da Daspo. Subito dopo i fatti del 27 settembre i 12 ultras erano stati già sottoposti a un Daspo per una durata variabile dai cinque agli otto anni, a seconda della situazione personale pregressa, mentre per altri 46 tifosi, presenti durante gli scontri, era stato applicato il "Daspo di gruppo" della durata di un anno perché, pur non assumendo un ruolo di direzione, avevano tenunto "una condotta tale da stimolare, rafforzare e dare maggiore senso di sicurezza all'azione che il gruppo portava a termine".

Le misure cautelari scaturiscono dall'attività investigativa immediatamente intrapresa dalla Polizia di Stato attraverso il lavoro coordinato delle Digos di diverse questure (Firenze, Perugia, Brescia e Verona) che ha consentito di individuare ed identificare il gruppo di cui facevano parte gli aggressori e successivamente, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Firenze, di individuare le singole responsabilità. Agli scontri hanno preso parte anche due minori, che non sono stati raggiunti da misure cautelari. Decisiva per l'individuazione dei responsabili degli scontri l'attenta analisi delle immagini dell'impianto di video-sorveglianza dell'autogrill e di quelle realizzate, mediante un telefono cellulare, da un agente di scorta agli ultras bresciani. Le immagini analizzate descrivono un'aggressione violenta attuata anche mediante strumenti di fortuna, come le cinture dei pantaloni. Fondamentale, inoltre, l'attività di identificazione compiuta dalla Polizia a Perugia nel pomeriggio stesso, al momento dell'arrivo dei pullman dei bresciani, che ha permesso di risalire all'identità di molti degli indagati grazie al confronto dei vestiti indossati.

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