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Accoltella a morte la fidanzata e tenta il suicidio: si dovevano sposare tra un mese

Emergono nuovi dettagli sull’omicidio di Debora Fuso, la 25enne uccisa ieri pomeriggio a coltellate dal fidanzato, il 33enne Arturo Saraceno. I due avrebbero dovuto sposarsi tra un mese, anche se negli ultimi tempi c’erano molti dissidi tra loro. Lei aveva deciso di tornare a vivere con i suoi genitori: l’ultimo incontro con il 33enne le è stato fatale. Nella notte lui ha confessato: “Mi è partito un embolo”.
A cura di Francesco Loiacono
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Si dovevano sposare tra un mese, ma l'ultima delle loro frequenti liti è finita in tragedia. Emergono nuovi dettagli su quanto accaduto ieri pomeriggio a Magnago, piccolo centro in provincia di Milano dove il 33enne Arturo Saraceno ha accoltellato a morte la fidanzata, la 25enne Debora Fuso, cercando poi di suicidarsi.

Nonostante le nozze imminenti – anche se a spingere verso il matrimonio era soprattutto il ragazzo – il rapporto tra i due, che andava avanti da circa sei anni, nell'ultimo periodo si era bruscamente interrotto. Forse una pausa di riflessione, ma fatto sta che Debora, una ragazza con la passione per il canto, da qualche settimana era tornata a vivere con i suoi genitori abbandonando l'abitazione di via Cardinal Ferrari dove aveva vissuto per molti anni assieme a Saraceno.

Debora aveva deciso di tornare a vivere con i suoi genitori

Ieri la ragazza ha accettato di incontrare ancora il 33enne, operaio originario della Basilicata. Un incontro che le è stato fatale: dopo l'ennesima lite l'uomo l'ha rincorsa per le scale e l'ha colpita con almeno 15 coltellate nell'androne del palazzo. Poi ha rivolto il coltello contro di sé, colpendosi allo sterno con l'intenzione di suicidarsi. È stato trovato in una pozza di sangue, ancora vivo: le sue condizioni, che all'inizio sembravano gravi, sono migliorate e l'uomo è stato portato in carcere con l'accusa di omicidio volontario. Debora Fuso, invece, è morta tra le mani dei soccorritori che cercavano disperatamente di salvarla.

Il fidanzato ha confessato: "Mi è partito un embolo"

Ad avvertire le forze dell'ordine sono stati i vicini di casa. Gli stessi che ha non poi raccontato delle frequenti liti tra i due. Molto accese, ma mai così tanto da aver richiesto l'intervento dei carabinieri: ed è forse anche questa circostanza che è stata fatale a Debora, che probabilmente ignorava che la gelosia di Arturo avrebbe potuto portare a un raptus di tale violenza.

Il 33enne, che ha ricevuto una prognosi di sette giorni, nella notte è stato interrogato per ore dagli inquirenti e ha confessato il delitto: "Lei era qui per un chiarimento, abbiamo litigato per l'ennesima volta e mi é partito un embolo". Sono stati disposti accertamenti per capire se al momento del delitto fosse sotto l'effetto di alcol o droghe, anche se al momento non ci sono elementi che avvalorino questa ipotesi.

La zia della vittima: "Non c'era alcun nuovo fidanzato, è stato lui a lasciarla"

La zia della ragazza uccisa, Teresa Fuso, non si dà pace per quanto successo: "Come si fa a uccidere una ragazzina di 25 anni?". La donna ha poi fornito alcuni chiarimenti sulla relazione tra sua nipote Debora e il suo assassino reo confesso, Arturo Saraceno: "È stato lui a lasciarla, alla vigilia della firma in comune per il matrimonio. Aveva prenotato tutto lui, poi ha disdetto dicendo che non era più sicuro dei suoi sentimenti". Secondo quanto ha riferito il legale di Saraceno, l'avvocato Daniele Galati, "non esiste alcun nuovo fidanzato, non esiste motivo per quello che è successo, quello che dice lui sono scuse e bugie".

Gli inquirenti: "L'omicida l'ha rincorsa per le scale"

Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, Debora Fuso avrebbe tentato di salvarsi dal suo assassino fuggendo per le scale. Lui l'avrebbe rincorsa, raggiunta e colpita nuovamente prima sulle scale e poi sul pianerottolo. Sarà l'autopsia a stabilire quante coltellate abbia inferto l'assassino alla sua vittima.

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