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Abusi sessuali su minorenni: don Mauro Inzoli condannato a 4 anni e 9 mesi

Don Mauro Inzoli, a lungo figura di spicco di Comunione e liberazione a Cremona, è stato condannato a 4 anni e 9 mesi per otto diversi episodi di abusi sessuali su cinque ragazzini tra i 12 e i 16 anni. Le violenze sono avvenute tra il 2004 e il 2008 nell’ufficio del sacerdote e nei campi estivi dei ragazzini di Cl.
A cura di Francesco Loiacono
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Don Mauro Inzoli è stato condannato a 4 anni e 9 mesi per abusi sessuali su cinque ragazzini minorenni. Lo ha deciso il giudice per l'udienza preliminare di Cremona Letizia Platè al termine del processo con rito abbreviato, che ha comportato lo sconto di un terzo della pena per il sacerdote. Don Inzoli, soprannominato "don Mercedes" per il suo amore per il lusso, aveva già risarcito le cinque giovani vittime dei suoi abusi con 25mila euro ciascuno nel corso della scorsa udienza. Il prete, a capo della sezione cremonese di Comunione e liberazione per circa 30 anni, era imputato per otto diversi episodi di violenza sessuale (altri 15 erano stati prescritti) commessi tra il 2004 e il 2008 mentre era rettore del liceo linguistico Shakespeare e parroco della chiesa della Santissima Trinità di Crema.

Nel tondo, don Mauro Inzoli al convegno in Regione Lombardia del gennaio 2015
Nel tondo, don Mauro Inzoli al convegno in Regione Lombardia del gennaio 2015

Proprio abusando della sua autorità, il sacerdote ha molestato ragazzini tra i 12 e i 16 anni all'interno del suo ufficio o nei luoghi di villeggiatura dove si svolgevano i campi estivi dei ragazzini di Cl. Nonostante i baci, le carezze e i pesanti palpeggiamenti subiti, i minori erano soggiogati da una sorta di venerazione per il religioso, che esercitava un pesante influsso anche sui genitori dei ragazzi. Il Vaticano aveva accertato gli abusi ben prima della giustizia italiana, intervenuta solo in seguito a un esposto del deputato di Sel Franco Bordo. Nonostante la Congregazione per la Dottrina della Fede avesse sospeso il sacerdote – misura voluta da papa Ratzinger e poi attenuata da papa Francesco -, il Vaticano aveva però deciso di non trasmettere gli atti alla magistratura italiana.

Nel gennaio del 2015 aveva suscitato molte polemiche la presenza di don Inzoli a un contestato convegno sulla famiglia naturale ospitato a Palazzo Lombardia alla presenza tra gli altri di Roberto Maroni e Roberto Formigoni.

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